Arrestato Faggiano, ex AD Enerambiente e TeAm

TERAMO – L’ex amministratore delegato di Enerambiente spa, Giovanni Faggiano, e un dirigente della stessa azienda, che si occupa di servizi nel settore rifiuti, sono stati arrestati nell’ambito di una inchiesta condotta dalla Digos di Napoli e dalle fimme gialle partenopee su procedure di appalto irregolari bandite da Asia spa, l’azienda in house del Comune del capoluogo campano. Faggiano è stato anche amministratore delegato di Teramo Ambiente SpA, fino allo scorso anno, ed è stato poi allontanato dall’incarico in una situazione non certo priva di polemiche. Contestualmente, gli uomini guidati da Filippo Bonfiglio e quelli del Nucleo di polizia tributaria partenopeo stanno eseguendo perquisizioni nelle abitazioni degli indagati. L’indagine e’ nata a settembre 2010, dopo la vandalizzazione di 52 mezzi e degli uffici napoletani dell’azienda veneta, atti per i quali a gennaio la Digos napoletana ha arrestato 6 persone, tra cui Salvatore Fiorito, presidente di Davideco, cooperativa sociale sciolta il 15 di quel mese, che, ai pm Noviello, Sirleo e Sepe, ha rivelato l’esistenza di un sistema creato da imprenditori, politici e sindacalisti per pilotare appalti e assunzioni anche in cambio di denaro nel settore della raccolta rifiuti. Faggiano era stato rimosso a giugno 2010 dal suo incarico, sostituito da Stefano Gavioli, che ha sostituito Faggiano anche alla guida della TeAm, anche lui indagato in un altro filone dell’inchiesta. Ad aprile, infine, in carcere finirono un consigliere provinciale del Pdl, Davide Cigliano, il fratello Corrado, manager Enerambiente, il padre dei due, Antonio, e un loro uomo di fiducia, Gaetano Cipriano, per aver dato e promesso denaro alla moglie di Fiorito perche’ ritrattasse le dichiarazioni rese agli inquirenti. Ad uno degli arrestati concessi i benefici degli arresti domiciliari. I nuovi arresti arrivano mentre l’amministrazione comunale di Teramo dichiara da tempo di essere alla ricerca di soluzioni per svincolare la TeAm dall’Enerambiente, che ne è proprietaria, come il Comune, al 49%.